Ricevo da don Bernardo, priore dell’Abbazia venerabile di San Miniato al Monte in Firenze, questo avviso per la ricorrenza di San Benedetto. Le sue parole sono belle e toccanti e le faccio mie. Eccole dunque:
San Benedetto e il Re Totila – Affresco di Spinello Aretino (1387)
Firenze, Abbazia di San Miniato al Monte, Sagrestia della Basilica
Domenica 11 Luglio 2010, accanto alla celebrazione della Pasqua della Settimana, i monaci e le monache di ogni dove avranno un motivo in più per esultare nelle loro lunghe liturgie. In quel giorno infatti, con la recente riforma del calendario dei Santi e delle Sante, ricorre la solenne festa di san Benedetto, padre del monachesimo latino e primo patrono del nostro continente. La comunità monastica di San Miniato al Monte avrà la possibilità di onorare il Santo autore della loro Regola in un modo davvero eccezionale: il nostro Arcivescovo, infatti, mons. Giuseppe Betori celebrerà per la prima volta l’Eucaristia nella Basilica di unabbazia che da quasi mille anni, pur con temporanee interruzioni, ospita una testimonianza di vita benedettina. Alle ore 17.30 Sua Eccellenza presiederà i Vespri solenni cui seguirà la Santa Messa in onore di Colui al quale molto giustamente si assegna un ruolo determinante nella evangelizzazione d’Europa e nella promozione di una cultura della preghiera, dello studio e del lavoro centrate su quelle misure “giuste” dell’uomo che la Rivelazione di Gesù Cristo ci indica e ci suggerisce. La nostra piccola famiglia monastica non può non rallegrarsi della visita dellamato Pastore della Chiesa fiorentina proprio in quella Basilica e in quel monastero voluti oltre 990 anni fa da un suo predecessore, il Vescovo Ildebrando. Questi, traslando le reliquie del primo martire della città, il principe armeno Miniato, in un tempio la cui bellezza in ogni istante avrebbe dovuto evocare a tutti i fiorentini lo splendore della Gerusalemme Celeste, saldava in modo mirabile l’antica memoria cristiana di Firenze con la speranza teologale che solo le linee prospettiche della Città futura sanno affidabilmente alimentare. I monaci di San Miniato, come tutte le varie comunità benedettine presenti in Arcidiocesi, maschili e femminili, non esclusa la presenza di nuove famiglie monastiche e di solitari e solitarie che ai bordi della città esprimono la radicalità della sete di Dio e l’ansia di una accorata intercessione per il bene dellintera famiglia umana, vogliono proporre alla memoria e alla consapevolezza della nostra Chiesa la bellezza della testimonianza di vita lasciata da san Benedetto, la sapienza della sua Regola, la misteriosa fecondità apostolica della vita monastica, il suo essere silenzioso laboratorio di comunione, di riconciliazione e di speranza e infine l’alfabetizzazione, nel canto e nella preghiera dei nostri cori e delle nostre celle, di quel grido di indigenza che al fondo del cuore qualifica lautenticità di ogni persona: oggi e sempre solo in Dio trova riposo la nostra inquietudine e solo nel Vangelo l’uomo e le sue culture possono recuperare senso, sapore e direzioni degne della sua indelebile e irrinunciabile dignità.
Con il caro saluto di tutta la Comunità di San Miniato al Monte, auguro a Voi tutti ogni bene e la gioia di poter celebrare tutti assieme il nostro Santo Padre Benedetto,
In Cristo Signore, Vostro bernardo