La mia nipotina di 20 mesi è stata ricoverata per dieci giorni all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze. I bimbi in ospedale possono, anzi devono, essere assistiti 24 ore su 24 da un genitore o da un parente. Per aiutare la mamma, ci siamo dunque alternati un po’ tutti i familiari. Ebbene, il parcheggio dell’ospedale è a pagamento, e alla fine di ogni giornata avevamo speso diversi soldi. E’ giusto?
Discorso analogo vale anche per gli ospedali per adulti: chi assiste un paziente appena operato si sobbarca il costo del parcheggio.
Perché non esiste un’esenzione per chi assiste una persona?
Trovo vergognoso speculare e guadagnare sulla sofferenza.
C’è poi l’aspetto del cosiddetto “passo”. Chi visita un degente può farlo solo in ore determinate, in genere quelle più scomode della giornata. Eppure la vicinanza di un parente o di un amico è determinante per il morale di un malato e lo aiuta a superare la malattia. L’abbandono e la solitudine, in un ambiente dove il corpo viene manipolato come se fosse una macchina, dove il personale spesso è diventato insensibile al dolore o al disagio del malato, è quanto di peggio si possa sperimentare.
Apriamo allora gli ospedali alle visite in ogni ora.
Si solleva l’obiezione che i visitatori intralciano medici e infermieri nel loro lavoro, ma questi passano nelle camere solo in determinate ore. Per il resto della lunga giornata i degenti sono soli. Dunque è sufficiente far uscire il visitatore solo quando ci sono i medici o gli infermieri per le medicazioni. Ma quando i pazienti se ne stanno da soli nel letto a soffrire, senza che nessuno si occupi di loro, lasciamo che chi vuole e può sia libero di entrare e portare sostegno e conforto.Che è quanto già succede in quei reparti dove il buon senso prevale sul freddo tecnicismo, dove si ha la consapevolezza che il medico deve collaborare con la famiglia per ottenere la guarigione, perché in ogni persona corpo e spirito sono intimamente legati, sicché dove lo spirito soffre il corpo non guarisce.
Del resto non è il Vangelo che insegna la carità verso chi soffre? Non è la Chiesa, consapevole che la guarigione avviene nello spirito e nel corpo, ad indicare la visita agli ammalati come doverosa “opera di misericordia”? Non è la solidarietà con chi soffre ancora un elemento portante della nostra civiltà, nonostante che da cristiana sia diventata ormai solo laicamente buonista?
Un altro indegno balzello di questi tempi moderni!
A peggiorare le cose sta il fatto che i proventi del suddetto non vanno ad ossigenare le casse pressochè vuote dell’ospedale, ma ad ingrassare i bilanci (in rosso mi sembra tra l’altro) della Firenze Parcheggi!!