Ottantacinque metri che separano la terra dal cielo: è l’altezza del Campanile di Giotto, uno dei monumenti simbolo della città di Firenze, che fu progettato come un percorso simbolico, interpretando il quale l’uomo può ascendere a Dio.
Nel mio ultimo libro propongo una nuova lettura dei caratteri storici, artistici e architettonici del Duomo di Firenze, inteso come “Arca della Sapienza”, vera e propria icona della Madonna incinta che nasconde dentro di sé un Verbo in attesa di manifestarsi. Accanto alla cattedrale Giotto progettò ed iniziò a costruire il campanile tra il 1334 e il 1337, anno della sua morte, concependolo come una scala sapienziale, i cui gradini sono rappresentati dalle formelle realizzate da Andrea Pisano e dalla sua bottega.
Tutto il programma simbolico del campanile narra come l’uomo possa risalire la scala della Sapienza attraverso il lavoro, le arti manuali, quelle intellettuali, la pratica delle virtù, il sostegno dei sacramenti e giungere così a quella che è sempre stata la sua Dimora, dove avrà la visione di Dio. L’ultimo gradino, rappresentato dalle statue delle Sibille e dei profeti, indica così l’Eternità, dove il tempo cessa di esistere permettendo a mistici e profeti le visioni del passato e del futuro.
Le losanghe con i sette pianeti poste sul lato ovest, apparentemente estranee al contesto, altro non sono che simboli alchemici: le sfere planetarie rappresentano i diversi gradi con cui l’anima si libera della prigione materiale delle passioni per elevarsi verso la conoscenza e quindi la natura divina; ma queste successive sublimazioni dell’anima corrispondono alle fasi dell’alchimia, la prima delle arti, l’arte regale, ed i simboli delle formelle si rivelano quelli delle operazioni alchemiche, attraverso le quali la materia si sublima nella pietra filosofale, quella stessa che il re coronato della formella centrale porge con la mano destra.
Il saggio prende le mosse dall’architettura del campanile per introdurre il lettore nel mondo dell’esoterismo, delle scienze alchemiche e dei “fedeli d’amore”, invitandolo a salire i gradini di quello che non è soltanto un celebre monumento, bensì il simbolo ancestrale dell’asse del mondo che unisce cielo e terra.