Nel residence dove sto trascorrendo le vacanze estive ci sono cento appartamenti. Dunque posso ipotizzare dalle trecento alle quattrocento persone presenti. Alla messa domenicale ci ritroviamo sempre i soliti: sei, massimo sette persone, oltre a me. Fra questi, due dicono di essere massoni ed altri due convivono fuori dal matrimonio perché uno è divorziato. Per la gerarchia ecclesiastica cattolica, la maggioranza di questo sparuto resto d’Israele, che crede ancora all’importanza della messa domenicale, è costituito da peccatori che dovrebbero essere esclusi dall’Eucarestia.
Eppure Gesù accoglieva alla Sua mensa pubblicani e prostitute. Egli ammaestrava le folle, raccontando la parabola del Re che, al matrimonio del Figlio, invita non i benpensanti ma i reietti della strada. Unica condizione pone il Re: la veste bianca, cioè la coscienza pura. Non è dunque il rispetto della legge mosaica, ma la rettitudine di cuore che il Re riconosce. La Chiesa cattolica segue in questo l’ammaestramento del suo Signore? Cristo non comunicherà Se stesso con gioia ed amore anche a quei quattro, apparentemente fuori delle regole morali della Chiesa, che lo cercano con cuore sincero? E nel giorno del Giudizio non condannerà quei preti che vogliono impedirlo?