L’Intelligenza è diffusa ovunque nell’universo, pur con intensità diverse; ne è il motore ed il tessuto connettivo. Anche il mondo animale e vegetale partecipa dell’intelligenza, anche se in misura assai minore dell’uomo. E’ probabile che nel cosmo siano presenti altre esistenze con un grado di intelligenza superiore alla nostra.
L’Intelligenza è quella somiglianza con Dio di cui parla la Genesi, cioè la partecipazione alla Mente eterna.
Noi siamo dunque un’onda dell’energia divina.
I mistici hanno espresso con simboli questa verità che intuivano, in particolare attraverso la figura della natura angelica di ciascuno di noi.
Si, siamo angeli, parte della Mente, parte di Dio. Siamo esseri divini.
Dunque Maria e quelli che la Chiesa chiama i santi, lasciata la veste materiale – e ci esprimiamo ancora una volta con simboli – sono tornati nella Mente da cui la loro onda proveniva. Dunque è giusto venerarne la figura, è giusto pregarli con quelle preghiere che chiamiamo di intercessione: la preghiera risveglia la nostra natura angelica e fa vibrare la nostra onda all’unisono con quella divina in cui essi sono immersi.
La preghiera è la porta per superare le barriere del tempo, dello spazio e delle leggi naturali, che sono solo apparenza.
Ci viene obiettato che quello cristiano della Madonna e dei santi è un pantheon analogo a quelli dell’antico paganesimo, nel quale Maria ha preso il posto del principio femminile, il Padre quello di Zeus, i santi quelli delle divinità minori. Che ci sia affinità antropologica fra i due modi di intendere l’invisibile è indubbio, perché entrambi riflettono una realtà nascosta e inesprimibile se non con simboli. Ed i simboli sono quelli che prendiamo dalla nostra esistenza quotidiana capaci di risvegliare in noi emozioni ed intuizioni che ci avvicinano alla comprensione del tutto: la maternità, la paternità, l’amore, le stagioni, gli elementi…
Ma la realtà invisibile è una sola e cioè che l’universo è un’emanazione mentale della Presenza che simbolicamente chiamiamo Dio e Padre mentre l’Intelligenza è ciò che simbolicamente chiamiamo Figlio di Dio. E ognuno di noi lo è.
“Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: «Mostraci il Padre»? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste” (Gv 14, 8-12)