L’agro campano si rivela ogni giorno che passa come una gigantesca discarica di rifiuti tossici, interrati illegalmente dalla camorra (mi rifiuto da scriverla con la C maiuscola, perché sono piccini di cervello e di coscienza). Questi assassini non si fermano nemmeno di fronte all’incolumità degli innocenti.
Così la gente diffida ormai dei prodotti agricoli che arrivano dalla Campania, un tempo così ricercati.
Gli agricoltori e gli abitanti chiedono a gran voce una bonifica. Ma i costi sono enormi e lo Stato i soldi non ce li ha.
Perché allora non utilizziamo i proventi dei beni confiscati alla camorra e li destiniamo alla bonifica? Sarebbe un gesto di grande valore simbolico ed uno schiaffo ai delinquenti.
Qualcuno obietta che non si devono vendere i beni confiscati alle mafie, per paura che queste se li ricomprino. E se anche? Glieli confischiamo di nuovo! Questi beni vanno tramutati in soldi e investiti sul territorio. Se li lasciamo improduttivi facciamo solo il gioco dei vecchi proprietari. Un uso sociale comporta costi per la collettività e si traduce solo in una semplice, facile e sterile demagogia.