RenzoManetti

La Chiesa cattolica scomunica i Massoni?

 

 

 

 

In un’intervista a Famiglia Cristiana Mons. Galatino, segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, ha dichiarato:”Nei confronti della Massoneria la Chiesa ha tenuto, da sempre e con chiarezza, lo stesso atteggiamento: tutto ciò che da singoli o gruppi attenta al bene comune a vantaggio di pochi non può essere accettato”. La frase ha suscitato polemiche, perché implicitamente accusa la Massoneria di essere un’associazione che attenta al bene comune.

A me, che sono cattolico, le parole di mons. Galatino suscitano amarezza: le trovo frutto di luoghi comuni inaccettabili, di ignoranza sulla natura e gli scopi della Massoneria. Ci sono certamente alcuni massoni disonesti, ma la disonestà degli individui non può coinvolgere l’Istituzione alla quale appartengono. Altrimenti dovremmo dire che i partiti politici italiani attentano al bene comune perché ci sono molti politici corrotti, oppure che la stessa Chiesa cattolica attenta al bene comune perchè ci sono preti pedofili.

La Massoneria in sé è finalizzata proprio alla costruzione del bene comune.

Purtroppo, dopo una promettente apertura negli anni ’70, sempre più fra Chiesa e Massoneria si respira oggi aria di scontro e non dialogo: le posizioni aperte e responsabili sembrano lasciare il posto ad un’intolleranza e ad un integralismo che hanno sapore satanico.

Una delle questioni che continuamente ritornano nei blog e nei social media è se la scomunica di un tempo sia sempre in vigore. Credo che su questo si debba fare chiarezza.

Il nuovo codice di diritto canonico del 1983 a questo proposito così si esprime: “Chi dà il nome ad una associazione che complotta contro la Chiesa, sia punito con una giusta pena; chi poi tale associazione promuove o dirige sia punito con l’interdetto” (canone 1374). Ogni riferimento alla Massoneria, presente nel vecchio codice, vi è stato dunque tolto.

Nello stesso giorno in cui il nuovo codice entrava in vigore, la Congregazione per la Dottrina delle Fede, presieduta dall’allora cardinale Ratzinger, pubblicava una dichiarazione che ne conteneva un’interpretazione restrittiva: “…Rimane immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro princìpi sono sempre stati considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l’iscrizione rimane proibita. I fedeli che appartengono ad associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione…”.

Ma un’interpretazione è cosa ben diversa da una scomunica: mentre la seconda è un atto formale che esclude lo scomunicato dalla comunione ecclesiale, la prima può riguardare solo la sfera privata della coscienza. Ed infatti l’encicicla “Ecclesia de Eucharistia”, emanata il giovedi santo del 2003 da Giovanni Paolo II (e dunque venti anni dopo il 1983, data del pronunciamento della Congregazione), al punto 37 afferma:“Se poi il cristiano ha sulla coscienza il peso di un peccato grave, allora l’itinerario di penitenza attraverso il sacramento della riconciliazione diventa via obbligata per accedere alla piena partecipazione al sacrificio eucaristico. Il giudizio sulla stato di grazia, ovviamente, spetta soltanto all’interessato, trattandosi di una valutazione di coscienza”.

Dunque nel codice di diritto canonico non esiste una scomunica contro  i Massoni, ma solo per chi sia affiliato ad un’associazione che complotti contro la Chiesa. Per quanto riguarda la valutazione sullo stato di peccato grave, cioè sull’essere o meno in stato di grazia, questa spetta solo alla coscienza personale: è la Chiesa stessa a dirlo con le parole di un pontefice santo.

Io credo nel dialogo fra la Chiesa e la Massoneria e non nei muri, credo nella libertà di coscienza.

Il vero ostacolo al dialogo sta a mio parere nell’esistenza di troppe obbedienze (così si chiamano le varie associazioni massoniche), nel proliferare di gruppi che si autoproclamano massonici, ma lo sono solo per l’uso di analoghe ritualità, non per la natura e gli scopi. Questi inquinano una grande e antica istituzione. Nei loro confronti l’atteggiamento di prudenza e sospetto è d’obbligo. Ma questo non può estendersi all’intera Massoneria e mi riferisco in primo luogo al Grande Oriente d’Italia ed alla Gran Loggia d’Italia.

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