Sul Corriere della Sera, edizione fiorentina, del 10 settembre, il vicesindaco e assessore alla mobilità del comune di Firenze è intervenuto con un lungo articolo per difendere la scelta di far passare due binari del tram accanto all’antico Battistero di San Giovanni. Sulla tramvia in questo blog ho già scritto ciò che dovevo e non intendo ripetermi. Ma il vicesindaco ha scritto cose che sembrano dimostrare una scarsa sensibilità culturale per la storia ed il passato. Vale dunque la pena rispondere. Cosa ha scritto di così grave?
Tralascio il fatto che fino ad oggi ci hanno detto che la tramvia era un male necessario per togliere gli autobus dal centro, mentre ora egli ammette quello che io ho sempre detto e cioè che gli autobus rimarrebbero anche col tram. Cito testualmente le sue parole, se no non ci credete: “il tram è funzionale a ridurre la frequenza e il numero degli autobus su gomma”. Dunque non ad eliminarli.
Ma vediamo le cose veramente serie.
Per sostenere che una sede tramviaria larga otto metri non ha un impatto sui monumenti che sfiora, ha citato le foto Alinari di inizio secolo scorso, che mostrano il vecchio tram che attraversava il centro. Vedete, egli dice, il tram c’era nell’Ottocento e non creava nessun impatto! Ma omette di far notare la macroscopica differenza fra il piccolo mezzo di cento anni fa ed il treno urbano alto oltre tre metri e lungo trentadue di oggi. Allora il tram era a scala urbana, oggi mette fuori scala i monumenti a cui si addossa. Allora i binari si vedevano appena nel terreno ed erano moderatamente pericolosi solo per le biciclette che vi si incuneavano dentro con la ruota; oggi precludono l’accesso anche ai veicoli di soccorso.
Il vicesindaco si scaglia poi contro chi definisce questo intervento uno “stupro” del cuore antico della città. Nell’Ottocento, egli scrive, il rifacimento della facciata del Duomo non fu considerato uno stupro; né lo fu la demolizione dell’antico palazzo arcivescovile, ricostruito in forme rinascimentali per allargare la piazza del Battistero. E qui sgrano occhi e orecchie. Che vuol dire? E’ il panegirico del “piccone demolitore” di memoria fascista? E’ una curiosa rivalutazione degli sventramenti ottocenteschi del cuore di Firenze? Il centro medievale fu selvaggiamente demolito e stravolto, per sostituirlo con una fredda architettura urbana di facciate anonime e pompose, di strade e piazze prive di identità. Già allora tutta la stampa internazionale gridò allo scandalo, mentre i piccoli fiorentini al governo della città esaltavano il risanamento in nome della modernità. Quella operazione fu un grande scempio urbanistico e culturale: la cultura architettonica da allora si è evoluta e più volte ha cambiato indirizzi adeguandosi ai tempi, mentre ogni generazione contestava le idee di quella precedente; eppure tutti, prima e dopo la guerra, hanno continuato ad esprimere un compatto ed omogeneo sdegno sullo sventramento ottocentesco del centro di Firenze. E oggi il vicesindaco ce lo porta ad esempio per la tramvia?
Quando è diventato ministro ai beni Culturali non avrei scommesso nulla su Bondi; devo dire che per ora con mia sorpresa non si è mosso male. Anche sul passaggio della tramvia nel centro di Firenze ha espresso la sua contrarietà. Vista la mala parata,qualcuno ha allora avanzato la proposta di ridurre i binari ad un solo. Guai a noi! Lo scempio rimarrebbe, ma si finirebbe per perdere anche la funzionalità del tram. In questo caso i compromessi sono deleteri. La tramvia per piazza Duomo non ci ha da passare, punto e basta.