Un amico mi ha inviato una bellissima citazione di Giovanni Taulero, grande mistico del XIV secolo e discepolo di maestro Eckhart:“La Scrittura dice: «Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio». Egli è nostro, nostro in una maniera assolutamente propria e al di sopra di ogni cosa propria. Egli nasce in noi ogni momento, incessantemente…In verità, perché questa nascita avvenga, è necessario un ritorno in se stessi…dobbiamo rinunciare a ogni nostro volere, desiderare e agire; non deve restare in noi che una nuda e pura ricerca di Dio e assolutamente nulla del nostro essere, divenire, desiderare…
Se una cosa deve riceverne un’altra, deve essere vuota, libera e sgombra. Sant’ Agostino al riguardo diceva: «Vuotati, perché tu possa essere riempito; esci, per poter rientrare». Perciò tu devi tacere: allora il Logos (la Parola) di questa nascita potrà essere pronunciato in te e in te essere sentito. Ma sii certo: se vuoi parlare tu, egli deve tacere. Non si può servire meglio il Logos che tacendo e ascoltando.
…Il Figlio di Dio è nato nell’ eternità senza madre e nel tempo senza padre. Sant’Agostino ha detto: «Maria fu molto più felice perché Dio nacque spiritualmente nella sua anima, che non per il fatto che nacque fisicamente da lei»…
In mezzo a questo silenzio, quando tutte le cose sono nel più grande silenzio, quando tutto è vero silenzio, allora veramente si sente il Logos; perché se vuoi che Dio parli, allora tu devi tacere; se vuoi che Dio entri, tutte le cose devono uscire. Quando nostro Signore Gesù entrò in Egitto, tutti gli idoli che erano nel paese caddero a terra; i tuoi idoli sono tutto ciò che – per buono o santo che sembri– impedisce che in te si compia, in modo vero e immediato, questa nascita eterna…La molteplicità delle immagini che nascondono e velano in te il Logos, impediscono in te questa nascita… Che tutti noi possiamo preparare in noi il posto per questa nobile nascita, così da diventare vere madri spirituali”(Giovanni Taulero, I Sermoni, Le tre nascite).
Ma il Logos è già in noi, nella parte più profonda del nostro essere. Ancora Taulero:“L’uomo è davvero come se fosse tre uomini: un uomo animale, in quanto vive secondo i sensi; un uomo razionale e infine un uomo superiore, deiforme, fatto a immagine di Dio”. E’ la tripartizione paolina di corpo anima e spirito di 1 Tessalonicesi 5,23.
Questa parte spirituale “sempre contempla Dio e ne gode, conoscendo se stessa come Dio in Dio, eppure restando cosa creata” (Marco Vannini “Il volto del Dio nascosto”, Milano 1999). Questo spirito immagine di Dio è dunque Dio stesso, che è quanto scrive meister Eckhart nel sermone Qui audit me: “L’occhio con cui guardo Dio è lo stesso occhio con cui Dio mi guarda. Il mio occhio e quello di Dio sono un solo occhio, una sola visione, una sola conoscenza, un medesimo amore”.
Il Dio bambino nasce ogni giorno, quando il mistico lo ritrova nel profondo della propria grotta interiore, nel silenzio della sua notte personale, illuminata dalla stella della Sapienza.
Il Natale non è allora solo una commemorazione cristiana, il ricordo di un evento di duemila anni fa, ma la celebrazione di un evento perenne, di una ricerca che accomuna i mistici di ogni religione. Il Natale appartiene ai cristiani, agli ebrei, ai musulmani, ai buddisti.