Sul Corriere della Sera del 9 dicembre leggo un articolo di Mario Sensini che conferma quanto scrivevo nel post precedente.
Dice dunque Sensini: “Tra la crisi del governo Berlusconi e la nascita del nuovo esecutivo, l’impennata dei tassi ha prodotto una maggior spesa accertata per gli interessi sul debito, nel prossimno triennio,di 23 – 24 miliardi“.
Mi sembra che la manovra economica del governo Monti sia dell’ordine dei 25 miliardi di nuove entrate. Il conto dunque è facile: servirà giusta giusta a pagare gli interessi imprevisti, ma il debito rimarrà quello.
Serviranno ancora manovre, ancora tasse e questo aggraverà la recessione. La crisi si avviterà su se stessa, come un cane che si morde la coda: sfiducia dei mercati e tassi in crescita, nuove tasse per pagare i nuovi interessi senza riuscire a ridurre l’indebitamento.
Fino a che l’edificio fragile dell’euro finirà per sgretolarsi e noi rimarremo dissanguati e senza fiato. Non sarebbe meglio farlo crollare ora a lasciarci un po’ di fiato in corpo?