Con Mario Monti Presidente del Consiglio abbiamo ritrovato un volto capace di rappresentare con dignità l’Italia all’estero.Ma al di là di questo non vedo cosa ci sia da stare allegri, perché la sua politica economica mi pare portarci diritti allo sfascio. Mi spiego meglio.
Monti ha dichiarato che intende aumentare la tassazione indiretta, cioè l’IVA, a non quella diretta, cioè l’IRPEF. E così sta facendo. Ha aumentato la benzina e l’IVA sulla benzina e sugli altri prodotti. A ottobre scatterà un altro aumento dell’IVA di ben due punti, che ricadrà anche sul prezzo dei carburanti, dei servizi, degli alimentari, dei beni di consumo. L’aumento dell’IVA si tradurrà in nuova inflazione ed in un ulteriore colpo ai redditi bassi e medi. L’IRPEF, cioè la tassazione dei redditi, invece non aumenterà.
Perché invece di aumentare l’IVA non ha scelto di alzare le aliiquote più alte dell’IRPEF, cioè di aumentare le tasse ai ricchi? O di imporre loro una patrimoniale? Se i prezzi si gonfiano i ricchi non avranno comunque problemi. Se aumentiamo loro le tasse magari si arrabbieranno, ma non sarà un dramma. L’aumento dell’IVA per i redditi bassi sarà invece una catastrofe. L’esito? I ricchi sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri ed il ceto medio avviato alla povertà.
Monti fa dunque l’interesse del Paese o dei suoi ceti più ricchi? Certo da un governo i cui ministri dichiarano generalmente redditi milionari è difficile aspettarsi una tassazione più equa. Ma potrebbe esserci dietro anche il ricatto di Berlusconi, che si è sempre opposto a tassare i redditi alti ed alle patrimoniali: se Berlusconi stacca la spina, il governo Monti va a casa. Se la staccano Bersani o Casini si può invece rimediare.
Sostanzialmente d’accordo, ma anche aumentare l’Irpef per i redditi alti non ci farebbe cambiare rotta. Siamo destinati al collasso, lo prevede il sistema EURO. Noi come la Spagna, come il Portogallo e persino la Francia dopo di noi.
Per pagare il debito bisogna ricorrere ad anni di austerity e sacrifici, i quali porteranno inevitabilmente il paese ad una diminuzione progressiva della ricchezza procapite…a questo punto si entra in un circolo vizioso, perchè un paese povero non consuma, e se i consumi sono depressi, le imprese chiudono.
Le misure di austerity varate, hanno fatto tirare un piccolo respiro all’Italia, ma gli italiani sono già più poveri ed i consumi sono già diminuiti…a quando i prossimi sacrifici?
E’ solo questione di tempo..l’unica alternativa è uscire dall’Euro e tornare a stampare moneta sovrana.
Il c.d. spread risale, ma noi non abbiamo orecchie per intendere.
Rispetto alla Germania oggi siamo indietro di 345punti, mentre manteniamo un minimo vantaggio sugli amici spagnoli, 22 punti.
C’è chi sta peggio, ma chi prima chi dopo, finiremo tutti nella fossa. A quando nuove misure di austerity?