RenzoManetti

Non sarà meglio il “Default”?

 

Come tutti gli italiani ho assistito a varie manovre economiche del governo Berlusconi ed ora alla prima del governo Monti. Una manovra deludente e probabilmente inutile e controproducente.

Non mi colpisce tanto l’allungamento dell’età pensionabile, che temo non abbia alternative. E lo dico come uno che è alla soglia dei sessanta e dunque nella pensione comincia a  sperarci seriamente. Mi colpisce piuttosto che si tagli l’adeguamento alle pensioni sotto i mille euro.

Rimango amareggiato dall’aumento dell’IVA e della benzina, che produrrà inflazione, ulteriore contrazione dei consumi e dunque ulteriore crisi.

Sono arrabbiato non tanto per la reintroduzione dell’ICI sulla prima casa, quanto per la rivalutazione delle rendite catastali. Questa comporterà infatti un’ulteriore contrazione di un mercato già in crisi,  accentuata dall’aumento dell’IVA di due punti. Avremo infatti case più costose da mantenere e costi di acquisto più alti. Monti si dimentica che il vero volano dell’economia italiana è l’edilizia e se questa è in crisi, va in crisi anche il suo indotto e, a seguire, l’intero sistema produttivo. Si dice che si sono costruite troppe case, e questo è vero, ma la manovra Monti si abbatte pesantemente proprio sul recupero delle case vecchie, sulla manutenzione, sulla ristrutturazione, sulle loro compravendite.

Questa manovra colpisce il ceto medio ed i poveri, mette in crisi il sistema produttivo, ma non tocca e neppure sfiora i ricchi. Si è rinunciato infatti all’aumento dell’IRPEF per i redditi alti, si è rinunciato all’imposta sui grandi patrimoni, anche quelli immobiliari. Si è rinunciato a colpire chi vive di rendite finanziarie o ha corposi depositi in banca. Addirittura l’incremento delle rendite catastali, che per i normali cittadini sarà dal 60%, sarà ridotto per le banche al 20%. Del resto questo è un governo di banchieri e di ricchi. Cosa c’era da aspettarsi?

Così si è colpito chi possiede di meno: i pensionati, i possessori della prima casa e, con l’aumento della benzina, anche chi ha un’auto.

Si dirà che non è vero, perché si sono tassati gli elicotteri e gli aerei privati, ma quanti ce ne sono in Italia?

Sui costi della politica ci si è limitati a ridurre il numero dei consiglieri provinciali. Bel risparmio! Andrebbero invece abolite in toto le Province, che con l’istituzione delle Regioni dovevano già sparire tanti anni fa. Aboliamo le Comunità Montane, che proprio non capisco a cosa servano. Ci sono Comunità Montane perfino in riva al mare, come quella dell’Elba e Capraia.

Eliminiamo lo spreco nelle amministrazioni pubbliche: il numero dei consulenti esterni, i consiglieri di amministrazione degli enti di sottogoverno, le spese ridicole per pseudo manifestazioni culturali che sono in realtà finanziamenti nascosti ai partiti ed ai loro clienti, i finanziamenti alla stampa di partito.

Ritiriamo i nostri contingenti militari all’estero: una nazione che rischia la bancarotta non può permettersi di fare il gendarme internazionale. Lasciamolo fare agli americani, ai francesi, ai tedeschi. Ma i tedeschi sono più furbi e si guardano bene dal farsi coinvolgere in impegni militari.

Ci raccontano che questa manovra è indispensabile per salvare l’Italia dall’insolvenza e per garantire la stessa sopravvivenza dell’euro. Un decreto “salva Italia”, dice Monti. A me sembra piuttosto un decreto “salva ricchi”.

Ma siamo sicuri che questa manovra raggiungerà il suo scopo? Guardiamo la Grecia: dopo tante manovre lacrime e sangue, si trova con un debito che non è diminuito. Se l’Italia continuerà a pagare sui propri titoli un interesse dell’8%, non c’è manovra che tenga, alla fine l’insolvenza sarà inevitabile. L’unica soluzione sarebbe una crescita economica forte, ma per il 2012 si prevede addirittura una recessione, che la manovra Monti contribuirà ad accelerare. Le manovre che inevitabilmente seguiranno finiranno per darci il colpo di grazia.

All’estero ci si prepara già, e comunque, allo scenario del default dell’Italia ed al crollo dell’euro. Tanto vale prepararsi anche noi.

Cosa ci comporterà? Che i nostri soldi varranno meno, forse la metà, forse meno ancora. Chi ha un reddito fisso lo vedrà dimezzato.

Per pagare i suoi dipendenti ed i creditori,  lo stato stamperà moneta e questa varrà sempre meno, poco più che carta straccia. Ed i debiti delle famiglie e delle imprese? Ci sarà da litigare con le banche che vorranno valutare i depositi dei clienti in lire, ma i soldi prestati per mutui e finanziamenti lasciarli in euro. Alla fine i tribunali dovranno dar torto alle banche, perché non ci possono essere due pesi e due misure. La benzina e le importazioni costeranno il doppio e noi sappiamo che il nostro paese dipende dall’estero per quasi tutto, dall’energia, all’approvvigionamento alimentare. Dunque le bollette di gas e luce aumenteranno, dunque costerà il doppio fare la spesa.

E’ lo scenario apocalittico che ci prefigurano. Eppure quando siamo entrati nell’euro è successa esattamente la stessa cosa, perché tutti i prezzi sono raddoppiati, senza che il governo cercasse minimamente di impedirlo. Ma siamo sopravvissuti.L’uscita dall’euro porterà dunque ad un uguale raddoppio dei costi, ma avrà anche effetti positivi che oggi tutti cercano di nascondere.

Chi ha un reddito fisso sarà sì penalizzato, ma se possiede una casa questa raddoppierà di valore. La svalutazione porterà ad una competitività dei nostri prodotti all’estero: compreremo meno roba tedesca, ma i tedeschi compreranno molto più la nostra. Venderemo meglio perfino ai cinesi. Il turismo avrà un nuovo boom e la casa come bene rifugio vedrà ripartire le compravendite. Le nostre imprese, Fiat in primis, avranno meno convenienza a portare all’estero i loro stabilimenti e di conseguenza i posti di lavoro da noi aumenteranno.

Avremo finalmente una crescita impetuosa dell’economia, nuovi e tanti posti di lavoro. All’inizio saremo un po’ più poveri, ma in breve tempo ci rifaremo ed i guadagni si adegueranno all’inflazione.

Del resto il nostro paese ha sempre vissuto così, facendo conto su un po’ di inflazione, che stimolava l’economia e riduceva l’indebitamento dello stato in termini di valore assoluto. Da quando siamo entrati nell’euro la nostra crescita è finita e non poteva essere altrimenti, avendo una BCE che per statuto deve impedire l’inflazione, fregandosene dello sviluppo. Questo ha comportato un apprezzamento eccessivo dell’euro sul dollaro e, di conseguenza, sulla moneta cinese che è stata, improvvidamente, ancorata al dollaro. Dunque abbiamo avuto facilitate le importazioni, ma rese difficili le esportazioni. Se andiamo avanti su questa strada non ci sono speranze per il nostro futuro.

Questo euro non ha neppure comportato una nuova solidarietà fra i paesi dell’Europa, basta vedere come ci trattano i francesi ed i tedeschi. Questi ultimi non ne hanno voluto sapere dell’unica cosa saggia che poteva esser fatta, cioè cambiare lo statuto della BCE permettendole di intervenire anche sulla crescita e non solo sull’inflazione, permettendo all’Europa di emettere titoli propri per finanziare anche gli stati in difficoltà, ad un tasso accettabile per le loro economie. Era quello che chiese per primo Tremonti e su cui ora concordano tutti, ad eccezione dei tedeschi. E questi ora dicono che l’Italia deve accollarsi la responsabilità di un eventuale crollo dell’euro? Questa responsabilità è di tutti, Germania in testa.

Ma il crollo dell’euro è una colpa o un merito? Forse forse, preferisco il default oggi.

Sto dunque dando ragione alla Lega Nord che, con un opportunismo disinvolto, si è sfilata dal governo e guida l’opposizione a Monti? Neppure per idea, perché se siamo in questa situazione la colpa ce l’hanno anche loro. Il crollo e la sfiducia dei mercati sono cominciati infatti nell’agosto del 2010 quando, increduli, gli Italiani ed il mondo intero hanno assistito al vergognoso balletto dei provvedimenti economici; quando non dico ogni giorno, ma ogni ora, si annunciavano misure, salvo rimangiarsele subito dopo. Ricordate la promessa di abolire le province? Si, saltò su la Lega, ma solo le più piccole. No, cioè le più piccole di abitanti ma non di territorio. No, solo alcune anche di quelle. Anzi no, trasformiamole in associazione sovracomunali in modo che tutto cambi per non cambiare, come se i cittadini fossero stupidi.

No, amici cari, questa classe politica è colpevole tutta quanta, anche coloro che ora cercano, con faccia di bronzo, di rifarsi una verginità che non c’è mai stata. Vergogna su una classe che ritiene la politica un mestiere e non un servizio, vergogna sulla politica passata di padre in figlio, vergogna su coloro che hanno fatto del Parlamento italiano un’assemblea di portaborse, privando i cittadini dell’unica possibilità loro concessa per scegliere i propri rappresentanti, vergogna per chi vede le istituzioni come un ufficio di collocamento o una vacca da mungere.

Per concludere questa nota per me così insolita, vi invito a guardare anche questo intervento di Paolo Barnard: http://www.paolobarnard.info/intervento_mostra_go.php?id=280

Ne estraggo una citazione semplice semplice, ma consiglio di leggere anche il resto:

il problema che si affaccerà per Mario ( Barnard intende Monti ovviamente) sarà questo: 1) l’impoverimento generale di tutta l’Italia (risparmi, investimenti, produzione) dovuto all’austerità, porterà ad una prima entrata di liquidità in cassa, ok, ma poi necessariamente a un calo della crescita economica, per forza. E allora Mario si troverà con quel maledetto coefficiente tassi d’interesse/crescita che si sballa di nuovo per via del calo del numerino relativo appunto alla crescita. 2) Lo stesso impoverimento generale causerà crollo dei redditi familiari e d’azienda, che significano però anche calo del gettito fiscale (tasse). Meno tasse significa meno soldi nelle casse di Roma per pagare il deficit. Risultato: Mario Monti si troverà con un cane che si morde la coda, e mentre da una parte darà un colpo per raddrizzare il cerchio, dall’altra il cerchio picchierà sul muro storcendosi di nuovo. E che farà a quel punto Mario? Ve lo metto per iscritto: farà quello che hanno sempre fatto tutti i robotizzati umanoidi della scuola economica Neoclassica e Neoliberista, cioè prescriverà ancor più dosi del veleno che ci starà ammazzando. Come fa Obama in USA, come fa il FMI in Estonia e in Irlanda, in Grecia, in Africa ecc.

Fino a che saremo morti. E pure lui, ma prima di quello si sarà fatto un passaggio da Nomura o alla JP Morgan per incassare una pensione multimilionaria con 3 o 4 anni di contributi (non 300 come chiede a te), tanto quanto sarà stato necessario per annientare l’Italia”.

 

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