E’ conosciuto da tutti il sigillo templare che mostra due cavalieri armati su uno stesso cavallo.
Il significato è stato variamente interpretato ma non è certo, come qualcuno ha scritto, un riferimento alla necessaria povertà dei cavalieri che per risparmiare vanno in due su un cavallo! Sciocchezze. Ci pensate che razza di efficienza in combattimento avrebbero avuto?
Il significato del sigillo è esoterico ed è una conferma che all’interno del Tempio esisteva un insegnamento segreto, analogo a quello dei Fedeli d’Amore.
Francesco da Barberino, fedele d’amore, nei suoi Documenti d’Amore, un tratto esoterico sapienziale dell’inizio del XIV secolo,ci ricorda che il cavallo è simbolo della natura umana, perché ritenuto l’animale più simile all’uomo. I due cavalieri vanno interpretati come immagine della parte invisibile che ci costituisce ed è trasportata dal corpo: uno dei cavalieri è l’anima, l’altro lo spirito; il cavallo è il corpo.
Anima, spirito e corpo costituiscono ognuno di noi, come ricordava anche San Paolo.Come ho scritto in un altro post, anima e spirito sono nature diverse.
A sua volta anche l’anima appare al pensiero medievale tripartita: vegetativa, animale e intelligente. Perché tutto ciò che è di natura divina si impernia sul Tre e sulla Potenza del Tre, il Nove, dove “potenza” non è solo espressione matematica ma significa esattamente Forza, Energia. Per questo il Nove è chiamato da Dante il miracolo, cioè l’energia effusa dalla Trinità e si identifica con Beatrice, allegoria della gnosi dei Fedeli d’Amore. Ma, come vedremo in un post successivo, questa gnosi, simboleggiata dal numero nove,era comune anche ai Templari, dei quali forse i Fedeli d’Amore costituivano una confraternita laica.
Dunque anima triplice, spirito e corpo sono i cinque elementi che costituiscono l’uomo. E l’uomo anche nel corpo appare davvero imperniato su questo numero cinque, perché cinque sono le dita, cinque i sensi, cinque gli arti più il busto. La natura è per gli antichi formata da quattro elementi; l’uomo da cinque, perché a lui è aggiunto qualcosa di molto più grande, a lui ed a lui solo: la quintessenza.
Un capitello della pieve di San Pietro a Cascia, vicino a Reggello (Firenze), presenta una indiscutibile analogia col sigillo templare. Vi si vedono due cavalieri su uno stesso cavallo. L’analogia col sigillo è forte, anche se nel capitello il secondo cavaliere è più piccolo del primo. Non risultano magioni templari nella zona, che pure era collocata sulla via Cassia Nuova tra Firenze ed Arezzo. Dunque il capitello fa pensare ad un simbolismo che ha origine comune con quello templare. Anima e Spirito abbracciati cavalcano il Corpo. Il cavaliere più piccolo è lo Spirito o l’Anima?